C'è un luogo magico nella terra della polvere di cemento, un angolo di cielo limpido nella città dell'aria inviolata, c'è un volo di colore e di grida allegre di bimbi di ogni età in questa nostra terra.

È magia che si ripete anno su anno, nascendo dal freddo e nutrendosi per mesi di ferro, di colla e di carta, di legno e di colori: è incontro di maestria e di volontà, legate assieme finché da esse nasca un nuovo sogno per bimbi, che col naso all'insù guardano materializzarsi il volo della loro fantasia, l'anima stessa del loro stupore. Passa da Guidonia, ogni anno, quel treno fantastico che ci fa volare in alto e ci lascia leggeri, sospesi a metà tra la nostra voglia di volare e il peso delle nostre giornate.

È il Carnevale di Guidonia gente, godetene e applauditelo, parlatene e ricordatevene, sussurratelo nelle orecchie dei vostri figli, e gioite e ridete: passa solo una volta l'anno, è vero, ma passa, potete starne certi. Il prossimo anno sarà nuovamente qui, prenderà per mano il vostro cuore e lo porterà ancora in alto, dove la magia si ripeterà.

Si chiama Vunnella il ricco e voluminoso vestito che nell’ultima domenica di settembre sfila lungo le strade del centro di Montecelio.

Quello che oggi si ammira alla sfilata della Festa di San Michele è quello che un tempo veniva considerato il vestito tradizionale delle spose ed è per questo la versione più ricca dell’abito che realmente veniva utilizzato per la vita di tutti i giorni. Il costume tradizionale costituisce ormai un vero cimelio tramandato di generazione in generazione. Alcuni di quelli che si possono ammirare in sfilata sono composti da originali e preziosi indumenti, altri sono riproduzioni il più possibile fedeli. Il costume della Vunnella ha negli anni affascinato così tanti visitatori da aver conquistato addirittura Vittorio de Sica che lo inserì in una scena del suo “Anna di Brooklyn”. Del costume attirano senza dubbio i preziosi fazzoletti ricamati in oro oggi riprodotti solo da poche mani esperte.

Non meno pregiati sono comunque gli spilloni in filigrana d’argento (maule) che sorreggono la coroncina di fiori (cartonella), o le voluminose gonne da cui deriva in nome del costume (vunnella), o ancora i rigidi busti… forse il pezzo più difficile da portare per le giovani di oggi. La Vunnella è un abito così elaborato da richiedere circa un’ora per la vestizione e, soprattutto, mani esperte che conoscano come sovrapporre i vari strati l’uno all’altro.

Alle 11 del mattino della domenica (quest’anno il 24 di agosto) la sfilata parte, aperta dai bambini per proseguire con le donne e chiudersi con le coppie dove compare, finalmente, anche il costume maschile (il Buttero).

La sfilata porta le Vunnelle nella Chiesa di San Giovanni per la messa, e da qui riparte, dopo la celebrazione, alla volta della cima del secondo colle, Monte Albano.

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